Come abbiamo integrato l’AI nei processi lavorativi

Come abbiamo integrato l’AI nei processi lavorativi

Come abbiamo integrato l’AI nei processi lavorativi 1016 650 Digital Mood
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In agenzia, ovviamente, abbiamo aspettato con entusiasmo l’evoluzione dell’AI per applicarla nel nostro lavoro. 

Attraverso un aggiornamento costante sulle enormi potenzialità di questo strumento abbiamo deciso di implementarne l’uso nelle nostre numerose attività quotidiane.

In realtà forme più “grezze” dell’AI facevano già parte del nostro lavoro, ma anche della tua vita. 

Forse non le chiamavi  AI, ma anche Siri o Alexa sono a tutti gli effetti forme di intelligenza artificiale! 

Anche noi per ottimizzare l’uso delle piattaforme di email marketing o campagne di advertising, per esempio, usiamo da molto tempo integrazioni che usano l’AI come supporto per l’operatività. 

Ma è stato chiaro fin da subito che intelligenze artificiali come Chat gpt o Gemini (per citare le più “famose”) fossero qualcosa di diverso: un ricercato esemplare di sinergia e integrazione tra l’uomo e la macchina. 

Forse per la possibilità di “dialogare” con la macchina, forse per la rapida capacità di sintesi, forse per la restituzione di dati spesso accurati, l’AI generativa ha incantato tutti gli addetti ai lavori della comunicazione, del digital marketing, della grafica. Ma non solo. 

Ben presto le potenzialità dell’AI hanno conquistato anche i settori della produzione, della ricerca, di scienza e ingegneria. 

La possibilità di elaborare compiti complessi in tempi rapidi, è sicuramente una dote che la rende preziosa in ogni settore.

Il nostro percorso per capire l’AI generativa

Per il nostro Digital Strategist, Christian Forgione, la ricerca e la continua formazione sono i capisaldi del lavoro in agenzia. 

Stare al passo con la costante evoluzione del digital e della sua forza nel mondo del lavoro (ma anche nella vita di ognuno) ci ha permesso di sviluppare un progetto dal nome iconico: 2026. 

Nel progetto phygital con video interviste, un podcast, articoli e una rivista cartacea, l’AI è una delle voci che fa parte di una nuova visione del digital marketing che proponiamo in Digital Mood. 

Tra le varie risorse del progetto, abbiamo intervistato Vincenzo Cosenza, consulente di marketing e innovazione e appassionato divulgatore di nuove tecnologie.

Vincos (per gli affezionati) ha detto subito una grande verità: come tutte le tecnologie deve essere interpretata come uno strumento per migliorare e potenziare le proprie capacità.  

Il dilagare di contenuti  sull’uso dell’AI sta creando atteggiamenti contrastanti tra le aziende che combattono tra la scelta di innovarsi e la pressione sociale a cui sono sottoposte. 

Vincos propone una riflessione interessante sulla matrice dell’adozione dell’intelligenza artificiale in azienda , che si posiziona tra il “rifiuto” e la “fiera adozione” di questo nuovo potente strumento. 

Esistono anche fasi intermedie, su cui ha molto senso lavorare per capire quanto l’AI sia preziosa: la paura e l’adozione tacita.

matrice adozione AI nelle aziende-vincos

La fase critica

Sulla scia di riflessioni e visioni solide sull’implementazione di ogni nuova tecnologia, abbiamo scelto inizialmente di testare in modo critico le capacità dell‘Intelligenza Artificiale Generativa nei nostri processi. 

Si è rivelata all’altezza delle aspettative? 

Metà e metà. So che non ti piace come risposta ma è così. 

La possibilità di delegare all’AI la creazione di contenuti si è rivelata all’inizio “zoppicante”. 

Probabilmente l’uso naif di uno strumento così potente ne mortificava la forza.

Infatti ci abbiamo ragionato molto e ci siamo concentrati su un uso dell’AI più legato alla performance e alla restituzione di dati concreti. 

Esempi di applicazione

Un esempio su tutti, la creazione di una nuova user experience sul sito del nostro cliente Poliambulatorio Medico chirurgico Dott. Filippini.

Implementando Algolia ( piattaforma di ricerca alimentata dall’AI) nella navigazione, abbiamo creato un’interfaccia utente intuitiva e molto utile per reperire informazioni pertinenti alla richiesta in pochi secondi. 

Ma l’AI non ha migliorato solo l’esperienza utente. 

I dati restituiti dalla navigazione sono infatti un’importante fonte di studio per la strategia di digital marketing: una mappa in tempo reale dei bisogni, delle curiosità e delle richieste degli utenti del sito e dei pazienti del Poliambulatorio. 

L’AI nel WhatsApp Marketing

Un’altra implementazione curiosa dell’AI (e incredibilmente utile) è il WhatsApp Marketing che abbiamo sviluppato per il nostro sito di Digital Mood. 


Addestrando l’Ai di Spoki (piattaforma per gestire messaggi whatsapp al cliente) a dare le risposte giuste, abbiamo un database di risposte immediate e corrette per chiunque vuole chattare con noi, a qualsiasi ora 😉 

digital mood- AI spoki-whatasapp marketing

La generazione grafica di nuove idee

Ma l’AI prosegue il suo prezioso ruolo anche nell’elaborazione grafica di nuove idee. L’AI è generativa, non dimenticarlo. 

Con i prompt corretti può restituirti nuovi e piacevoli contenuti che nascono dalle miliardi di suggestioni che raccoglie nella sua memoria. Una bella opportunità per “dare forma alle tue idee” come dice la simpatica chat AI di Canva. 

Infatti un altro esperimento che ci ha dato un risultato brillante è stato la creazione di un fumetto, con un prompt preciso, studiato sul target di riferimento e l’integrazione di più piattaforme di AI. 

poliambulatorio-AI generazione fumetto

Il prompt engineering 

Ma a proposito di prompt…abbiamo capito fin da subito che questa era la parola magica nell’uso dell’AI. 

Ho chiesto a due miei colleghi di descrivere il prompt per l’AI

Nicola, web developer, ha risposto che “ i prompt sono una serie di istruzioni schematiche per raggiungere l’obiettivo” mentre per Viviana, marketer automation, il prompt è un “mix di informazioni super dettagliate per facilitare il nostro lavoro”. 

La traduzione letterale in italiano di prompt è “richiesta”. Ma l’uso dell’AI applicata al lavoro ha dettagliato la definizione in qualcosa di più specifico. 

La richiesta per la restituzione di un buon lavoro deriva dal fornire informazioni precise, dettagliate, schematiche. 

Ed è così che siamo approdati a un corso illuminante sull’uso dell’AI nel nostro settore. Abbiamo partecipato a un corso più professionalizzante dedicato all’agenzia  che ci ha permesso di affinare un uso consapevole e davvero utile dell’intelligenza artificiale generativa. 

Grazie a un’interessante presentazione dei rischi sull’uso indiscriminato dell’AI (ben definiti come “la normalizzazione della mediocrità”), abbiamo avuto conferma di quello che negli ultimi mesi avevamo già capito: l’AI non può sostituire le competenze e l’esperienza che derivano dallo studio del cliente. 

E qui entrano in gioco i prompt.

L’AI risponde bene se le domande sono poste bene. Anzi, se il prompt è dettagliato e preciso, l’AI ti fa le domande giuste per esserti utile.

Con un approfondimento magistrale sull’utilizzo di diverse piattaforme AI, abbiamo aumentato le nostre conoscenze tecniche e affinato l’uso per gli obiettivi dei nostri clienti. 

Così, se già avevamo testato la generazione di contenuti, per esempio, oggi abbiamo un importante tassello in più per creare i nostri GPT, cioè i GPT dei nostri clienti che diventano una fonte organizzata e funzionale per le diverse attività di marketing che abbiamo deciso per loro 

Questo si traduce nella nostra ricerca di informazioni specifiche e richieste di quello che ci serve e permettiamo all’API (Application Programming Interface)  di comunicare in modo adeguato con il server. 

Il risultato? 

Il lavoro che l’AI ci restituisce è modellato sulle nostre esigenze e anche i contenuti sono più aderenti alle aspettative. 

Per semplificare, il mio collega Nicola (il web developer) ha suggerito questo esempio: è un po’ come quando sei al ristorante e chiedi un piatto al cameriere.

La cucina (il back end) è l’AI, il front end è la sala e l’API è il cameriere a cui chiedi quello che desideri con eventuali modifiche, tempi, cose da bere, cotture del piatto. 

Se vuoi ottenere informazioni preziose, accurate e davvero utili dall’AI è necessario conoscere tecniche di prompting che aiutano il back end nell’elaborazione dei dati. 

È importante creare un sistema di comunicazione tra i vari prompt nelle diverse declinazioni del lavoro per una restituzione di dati coerente e originale. 

Conoscere l’AI per un utilizzo a favore della tua attività 

Addestrare una macchina ad aiutarti prevede la conoscenza della macchina e del suo modo di ragionare. Ogni richiesta deve trovare la sua risposta nell’ambiente giusto e per farlo sono utili informazioni come:

  • contesto
  • identificazione del ruolo
  • segmentazione del ragionamento in passaggi consecutivi
  • l’esemplificazione sia nel positivo che nel negativo

Ma per un lavoro fluido, e per ottenere risultati migliori, si rivela fondamentale anche l’implementazione di strumenti preziosi come ad esempio: 

  • GPT dedicati a specifiche operazioni 
  • servizi esterni che collegano diversi programmi (come Moonlit Platform che può collegare  Semrush per la seo o Google Calendar per aggiornamenti in tempo reale)   
  • estensioni e piattaforme performanti su operazioni mirate 

Studiare e testare, le basi per vivere l’AI revolution 

L’applicazione dell’uso consapevole dell’AI generativa ci permette di ottimizzare cicli di lavoro e investire più tempo nella strategia digitale del cliente e nello studio di nuovi canali per il brand e il performance marketing

Per ora possiamo dirti che non è affatto uno strumento da usare “pigramente” per sostituire il lavoro creativo o l’intelligenza umana, ma una grande opportunità per gestire nuovi flussi di lavoro e accelerare i processi decisionali. 

Adeguarsi a questa evoluzione richiede studio, aggiornamenti e ricerche, ma la base resta sempre la conoscenza del mercato di riferimento e la fiducia che il cliente ripone in noi, nella nostra esperienza e nel nostro entusiasmo. 

Per rendere accessibile l’AI generativa, anche a chi è scettico sulle sue potenzialità o semplicemente non le conosce, stiamo preparando un framework per aiutare le aziende ad avere tutto più chiaro. 

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